Marco ed Emanuela visitano i progetti a Kabale – emozione pura

Oggi pubblichiamo la seconda parte del pensiero di viaggio di Marco ed Emanuela, questa volta in visita ai nostri progetti Help Kabale School e Help Children Prisona a Kabale.
Nelle belle parole espresse verso il nostro operato, che ci riempiono di gioa ed orgoglio, traspare un evidente emozione per l’esperienza vissuta.
Siamo certi che quanto visto e provato, dai questi due ragazzi bolognesi, rimarrà scolpito nel loro cuore.
Grazie

Il lungo viaggio da Entebbe a Kabale attraversa una natura ricca di laghi, fiumi foreste, savane e montagne  di un colore predominante, il verde dalle mille tonalità che si mescola con la terra a volte rossa come il fuoco.
In questo paesaggio si incontrano persone, tante persone che girano lavorano ti osservano  e sono ovunque, anche nei luoghi più isolati, camminando per chissà quale meta.
Non vanno certo dimenticati i gorilla di montagna, motivo principale per cui i turisti si recano qui, oltre naturalmente ai leoni ai leopardi, alle giraffe ai bufali ecc.
Direi che il quadro è perfetto per un’esperienza unica di vacanza Africana.
Questo è quello che normalmente un turista riesce a visitare in Uganda, ma noi grazie a Mauro, che già ci aveva ospitato nella sua missione sulle montagne di Kitabu, siamo finiti in carcere!
Al nostro arrivo a Kabale ci siamo diretti verso la missione delle Suore dell’ordine di Maria Madre della Chiesa, dove siamo stati accolti da Suor Rosemary e da altre sorelle.
Dopo averci offerto la colazione siamo andati a visitare la scuola, che nel periodo scolastico ospita quasi 1000 bambini, purtroppo però vuota alla nostra visita che ha coinciso con le feste natalizie.
La povertà delle persone del luogo fa si che molte famiglie rinuncino a mandare i figli a scuola sia per i costi sia per l’aiuto che questi possono dare in casa.
Grazie a questa missione e al supporto di AICO che ha contribuito a sistemare gli impianti elettrici a ritinteggiare e a sistemare le coperture degli edifici, le suore sono riuscite a facilitare le famiglie e a coinvolgere più bambini, offrendo oltre allo studio, vitto e alloggio.
Finita la visita e dopo esserci recati ad acquistare alcune cose utili per le donne che vivono in carcere con i loro bambini ci siamo diretti verso la prigione di Kabale insieme a Suor Rosmary.
Arrivati all’ingresso del carcere, lasciamo qualunque oggetto di potenziale pericolo compreso il cellulare.
Non esiste nel carcere un ingresso riservato alla parte femminile, ci dicono che fa parte di un progetto futuro,  questo implica attraversare il cortile dove circa 500 uomini vestiti di un giallo fosforescente girano liberamente.
Il giallo della divisa è l’unica cosa distinguibile in quanto la pigmentazione della pelle è talmente scura da confondersi con il colore della terra, rendendo invisibili i volti.
L’impressione è quella di essere circondati da divise vuote che girano e ci circondano.
Ma gli occhi bianchi come il latte si distinguono perfettamente e ad un tratto ci troviamo con tutti questi occhi puntati verso di noi un pò incuriositi un pò sorpresi.
C’è anche un’altra  luce che ci rassicura al passaggio, sono i sorrisi che alcuni ci rivolgono.
Arrivati nella parte femminile ci sentiamo quasi rassicurati, incuranti del fatto che prima o poi saremmo dovuti tornare da dove eravamo arrivati.
Le donne che indossano la stessa uniforme al nostro arrivo si  distraggono alla presenza di due bianchi, che invece di continuare a visitare le bellezze del loro paese sono li in carcere con loro.
Non abbiamo idea in quali reati sono coinvolti gli ospiti del carcere, ma questo nemmeno ci interessa.
L’interesse è tutto rivolto a queste madri, attente ad accudire i loro figli, nati e cresciuti all’interno di un carcere, con un alimentazione e un ambiente  non idonei a un bambino di quell’età.
Ci meravigliamo nell’osservare quanto queste donne sono complici nell’allattare giocare ed accudire questi bambini senza preoccuparsi di chi sia la madre di chi.
Inoltre grazie a Mauro e al progetto di AICO questi bambini sono ben nutriti e igienicamente curati, sicuramente meglio di quelli incontrati lungo la strada.
Dopo una nostra breve presentazione, le donne ci hanno dedicato un canto di benvenuto, lasciandoci letteralmente senza parole immersi nella gioia di tale accoglienza.
Ritornare all’esterno passando per il cortile maschile dopo tante emozioni è una passeggiata, tanti i sorrisi e i saluti che ci hanno accompagnato all’uscita.
Una goccia nel mare, un lavaggio di coscienza, così tanti potrebbero pensare superficialmente, ma in realtà qualcosa di concreto e costante arriva a facilitare la vita di bambini innocenti costretti a vivere una condizione da carcerati ancor prima di poter parlare e di aver commesso alcun reato se non quello di essere nati nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, senza nessuna colpa di questo e senza la sentenza di nessun giudice che li costringa a questa punizione.
Un grazie speciale a Mauro sia per il suo operato sia per averci dato la possibilità in totale autonomia di poter vedere direttamente come i suoi sforzi e gli sforzi di AICO stiano avendo ottimi risultati.”
Marco & Manu


Bella iniziativa di Raffaele Fanelli

Pubblichiamo con piacere il post del nostro amico, volontario e sostenitore Raffele Fanelli, che inseguito ad una chiacchierata fatta con il Presidente Mauro Tripodi, tornato il 29 settembre dalla missione in Uganda, ha voluto lanciare una bella iniziativa per sostenere i bambini della prigione Ndorwa di Kabale (Uganda).

Tutto nasce dal nostro progetto Help Children Prison, un progetto lanciato nell’ottobre del 2013, e volto all’assistenza alimentare dei bambini che vivono con le proprie mamme detenute nella prigione di Kabale.

Lo scorso giugno, allo scadere dell’accordo di collaborazione con la prigione e con l’istituto nazionale delle prigioni, abbiamo proposto ai partner, per ridurre i costi di gestione, una diversa fornitura di latte, ovvero si chiedeva di poter fornire latte in polvere piuttosto che latte fresco (la fornitura di latte fresco prevede ovviamente una consegna giornaliera e gestione da parte di altro partner locale, con conseguenti accordi con fornitori che fondamentalmente innalzavano sensibilmente il costo di gestione, cosa che si sarebbe potuta evitare con una consegna mensile di prodotto in polvere, di ottima qualità).

All’inizio era sembrato che tutto potesse essere finalizzato, ma così non é stato.

Durannte l’ultima missione (20-29 settembre) esternando la nostra problematica agli amici della Missione di Rushooka, palesando la nostra volontà a continuare il nostro operato in favore dei bambini della prigione, ci veniva consigliato di prendere contatti con un convento di suore che si trova nelle vicinanze della prigione.

Cosi abbiamo fatto e le suore, che già visitano la prigione hanno immediatamente accolto la nostra proposta di collaborazione aggiungendo che se avessimo dato loro una mucca di ottima qualità avrebbero potuto consegnare quotidianamente il latte necessario per i bambini e allo stesso tempo avrebbero anch’esse usufruito del latte eccedente per la loro missione, offrendo anche di prendersi cura dell’animale e delle successive nascite al fine di dare continuità all’iniziativa.

Il problema fondamentale, ora, per un associazione come la nostra era quello di reperire nel minor tempo possibile i fondi per l’acquisto di una buona mucca da latte, poiché, come sà chi ci segue, in questo momento siamo economicamente impegnati con il progetto Miriam che sta assorbendo la quasi totalità delle nostre poche risorse.

Quindi il buon Raffaele, evidentemente percependo questa difficoltà, ha deciso di lanciare l’iniziativa tra amici.

Noi, non possiamo fare altro che ringraziarlo e sostenere fortemente questa iniziativa, ringraziando anche tutti coloro che la sosterranno e di conseguenza ci faranno raggiungere anche questo bellissimo risultato.

Ovviamente terremo tutti informati sull’andamento e gli sviluppi dell’iniziativa.

… sempre dalla parte dei bambini

Grazie