Capita sempre ad ogni viaggio che al ritorno la tua valigia pesa sempre di più di quando sei partito; tante volte non me lo sono mai spiegato il motivo, ma al ritorno di questo viaggio dall’Uganda, lo so perfettamente.
Tornata a casa disfo la mia valigia ed oltre a un mucchio di vestiti sporchi, infangati, che riportano inevitabilmente la mia mente alla terra rossa calpestata, alle traversate fatte dentro un pulmino a guardare il panorama che ad ogni tratto cambiava completamente, andava da vallate prolifere di vegetazione, ad aree aride, a campi coltivati, passando tra un villaggio ed un altro, posto ai cigli delle strade.
Alle mani alzate, come segno di benvenuto, ad ogni sorriso contraccambiato, a scene mai viste e neanche mai immaginate.
A storie apprese, a riflessioni fatte, ad azioni compiute.
La parte in più che pesa nella mia valigia, sono le emozioni che mi riporto a casa.
E’ emozione vedere la felicità, soprattutto dei bambini, quando tu uomo bianco lo saluti con un cenno di una mano, e lui felice di aver catturato la tua attenzione, che per timore o timidezza non si azzardava a farlo per primo, ti risponde con un enorme sorriso mostrando i suoi splendidi denti bianchi, un sorriso sincero al quale tu felice per questo, con la più semplice naturalezza rispondi. Ed è in quel momento che realizzi che forse, sei il primo, e forse anche l’ultimo uomo bianco che egli vedrà nella sua vita.
E’ emozione quando vedi i progetti, per i quali persone vicino a te, dedicano le loro forze ed il loro tempo e li vedi realizzati, e vedi la gioia che questi hanno creato.
E’ emozione ascoltare le storie delle persone che incontri, e che in qualche modo sai che sono entrati nella tua vita e l’hanno resa migliore.
E’ emozione rendersi conto che al mondo esistono persone speciali, ma che al tempo stesso non realizzano di esserlo perché la loro bontà d’animo è superiore della loro consapevolezza.
E’ emozione, forse la più grande, vedere creature darti il benvenuto danzando e cantando, e ringraziarti ognuno a modo suo; non sapendo che sono loro, nei loro vestiti troppo larghi, coi loro piedi scalzi, con il loro sguardi ipnotici e profondi, i veri eroi! Loro, e non io.
A pensare poi ci sono l’amore e la consapevolezza che una goccia dentro a un mare, è nulla. Ma che tante gocce possono bagnare un terreno, il quale con tanta cura e amore può dare i suoi frutti.
Nell’unica tasca della mia valigia c’è la sofferenza vista, l’ho messa là, non perché è poca ma perché essendo super eroi, ogni situazione difficile, sofferente e triste, la trasformano in possibilità, abilità, gioia e felicità.
Ed ora al lavoro miei cari amici, perché c’è tanto bisogno di concretezza.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l’Associazione AICO, e le persone meravigliose delle quali si occupano.
Ringrazio Mr. President perché senza di lui, non avrei potuto vivere questo viaggio.
Ringrazio Rosanna, oltre ad essere la colonna portante, è stata una fantastica compagna di viaggio, grazie davvero di cuore.
Ringrazio Davide, mio padre, che mi ha incoraggiato ad intraprendere questo viaggio e per altri mille motivi. Il primo tra tutti, che senza di esso non esisterebbero tutti gli altri, è semplicemente: perché è mio padre.
di Silvia Melandri
(partecipante alla #aicomissione2018)